Claudia Fanti - anno scolastico 2009-2010
Claudia Fanti - 25-05-2010
La coscienza si ribella dinanzi all'arroganza del potere (qualsiasi!) quando pretende di prenderci in giro col parlare di efficienza e efficacia del sistema, magari raggiunte per mezzo di prove sul territorio volte a leggere un pezzettino degli apprendimenti-insegnamenti (per poi farla lunga sui risultati), ma si ribella fino all'urlo finale con "stramazzamento" per perdita di sensi, quando, zac e zac, di contro, anzi di lato, con elegante nonchalance, ci ritiene esseri unici, non importa la nostra età di maestre/i, non importa la nostra formazione iniziale in lingua straniera, non cale l'ormai abominevole pronuncia acquisita e non più modificabile, insomma non importa cosa e come insegneremo, non importa la competenza, non importano più per nulla l'efficacia, l'efficienza, non importa la carenza di sussidi indispensabili...e...ci formerà in poche centinaia di ore dicendo: "Lazzaro, alzati e cammina...in inglese!"...
Claudia Fanti - 10-05-2010
Carissimi colleghe e colleghi,

"mi scuso" dice la maestra, vera, in carne d'ossa, non certamente virtuale, una di quelle che sono passate dalla maestra unica, al team, ai moduli stellari, al tempo pieno modularizzato con 50 alunni, al tempo pieno normale, una di quelle che non hanno mai lasciato indietro nessuno/a, né bambino/a né famiglie, costantemente aggiornata sia sul piano delle discipline sia su quello della conduzione della classe e sulla relazione, rigorosamente laureata, "mi scuso se ho tradito la fiducia di qualcuno di quelli che sanno che solitamente se ho un'idea la applico, ma siccome é meglio vedere con i propri occhi, ho voluto verificare ciò che ho sostenuto da tempi immemorabili: anche io, con i miei alunni di classe seconda (seconda classe?), ho partecipato alle prove Invalsi di italiano come classe campione. Io, maestra della classe, fuori dall'aula predisposta per la somministrazione, l'osservatrice esterna e una maestra somministratrice incaricata dalla scuola.
Claudia Fanti - 26-02-2010
Però bisogna credere in una società diversa che tenda all'ideale della cooperazione per vincere le sfide della storia, dell'ambiente, delle difficili e confuse vicende delle relazioni fra i popoli. Si parte dal basso che non è basso perché piccolo. E' il primo periodo della formalizzazione, è fondamento e fondamenta per costruire una cittadinanza rigorosa, seria, ricercatrice del sé e dell'altro. E' l'avvio alla reale integrazione di persone e culture. E' l'unico antidoto ai mali che affliggono da sempre l'uomo e il suo esistere: corruzione, malversazione, crimini di ogni tipologia si fondano su sistemi educativi violenti e competitivi, su storie di soprusi ed emarginazione, su invidia e gelosia dello status sociale e intellettuale altrui. La malattia del nostro vivere è l'affanno unito alla spietata corsa ai risultati del qui e adesso, del "far vedere"ciò che si fa a scapito del cosa si pensa e dei percorsi riflessivi e lungimiranti opposti alla mitologia dell'apparire.
Claudia Fanti - 18-02-2010
...Noi viaggiamo sempre e costantemente al ritmo dell'autocorrezione, mentre chi detiene il potere percorre la strada dell'arroganza, dei tagli alla scuola statale, del totale disinteresse verso i figli comuni di gente comune...
Quei bambini e quelle bambine con i loro cappottini dentro le aule fredde sembrano sfortunati e indifesi, eppure cresceranno in modo tale che nulla li fermerà come successe un giorno non troppo lontano ai nostri nonni e alle nostre nonne ormai defunti: decisero di alzare la testa dopo tanto penare, molti di loro autodidatti, arrabbiati, confusi, eppure consci che la loro umanità, i loro corpi avevano diritto a un senso, e quel senso glielo diedero essi stessi con la resistenza, con l'orgoglio, con la potenza del loro pensiero che si fece politica alta e applicata a una nuova società...
Claudia Fanti - 21-01-2010
Maestro/a unico (prevalente?), tagli e limitazioni di spazi o tempo non fanno riforme, bensì cadaveri di potenzialità, morte della passione-ragione, uccisione della motivazione, isterilimento di metodi, didattica, pedagogia...Nascono invece gli individualismi dei primi della classe fra alunni e alunne, fra docenti e docenti, fra dirigenti e dirigenti...Rinasce quella cosa antica del fare e rifare le stesse cose rassicuranti di un tempo, portandosi i vecchi quaderni degli anni precedenti da casa per timore di non portare a termine il "programma", il quale, tra l'altro, non è neppure più un programma, esso rimane il fantasma di ciò che eravamo a cui si corre costantemente ad aggrapparsi nei periodi di oscurantismo, perché si sa, l'essere umano, in genere, se non stimolato da politiche avanzate, tende a essere conservatore...per sopravvivere con meno problemi possibili!
Claudia Fanti - 07-11-2009
Carissime/i,
dove sta andando la scuola dei piccoli? Non si sa più, sta navigando a vista, sta procedendo giorno dopo giorno arrangiandosi, letteralmente abbandonata a se stessa. Non interessa più! E' carta straccia, come carta straccia è la mole di lavoro condiviso da generazioni di maestre/i abituati ad arrovellarsi per condividere, creare percorsi interdisciplinari, per mettere in discussione il proprio modo di insegnare confrontandolo nei team. Valutazione, attenzione acquisita in materia di competenze, conoscenze, abilità, saperi, saper essere e saper fare, metodologie e didattiche cooperative, analisi delle discipline e dei nodi concettuali...puff! Rimane un pallido ricordo che quotidianamente deve affrontare l'abbandono economico, le ristrettezze di personale e materiali... sempre di più...sempre di più...I frammenti si frammentano fino a divenire polvere...
Claudia Fanti - 01-10-2009
Obama parla al mondo della catastrofe climatica e dà inizio all'era del darsi da fare entro breve per rimediare.
Ok, si sa che i GRANDI della Terra possono con le parole esorcizzare addirittura il senso del tempo che è passato inesorabilmente vuoto di contenuti e idee. Parlano, e i media si occupano delle loro parole, le ripetono fino a farle sembrare concrete, foriere di cambiamenti possibili. Potenza del potere dei GRANDI!

La realtà però sta lì inosservata, incapace di essere, di farsi verità. La guardiamo scorrere, mutare, trasformarsi. Per secoli l'essere umano ha la possibilità di guardarla in faccia, ma non la sa osservare, non la sa amare, non la sa gestire a suo favore, non la sa misurare col futuro possibile.

E' quella della catastrofe culturale che abbiamo sotto gli occhi, il nulla.
Lentamente le idee devastanti della conservazione della propria specie per mezzo di quella dei processi produttivi, economici, consumistici, divengono azioni di governo, azioni spaventate di irrigidimento, inflessibili politiche di rigore.
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